Visione biocentrica. Educare intorno alla vita
La sottile discriminazione verso la donna che esiste nella nostra civilizzazione si basa su un fatto paradossale: le si riconosce la sua funzione maternale, generatrice della vita, e la sua capacità nutritiva. Le si riconosce anche la sua capacità espressiva e l’incanto erotico. Queste qualità sono reali ed irrinunciabili. Ciò nonostante ci sono due aspetti essenziali che, frequentemente, sono ignorati e non assunti: la donna è la persona che trasmette valori e modelli di vita, dando la continuità alla cultura affettiva del gruppo. Un’altra facoltà della donna, in genere ignorata, è la sua funzione spirituale, la dimensione trascendente che si manifesta per il solo fatto di essere portatrice dell’anima.
In una incisione medioevale presentata da Carl Jung, appare la donna, dea della natura, che occupa tutto lo spazio dell’universo; lei comunica con l’uomo, che è al centro, attraverso una catena sostenuta nella sua mano sinistra, mentre con la sua mano destra si connette con la mano di Dio.
Simbolicamente, l’uomo potrebbe solo raggiungere la trascendenza attraverso la donna-natura.
Voglio esaminare la figura della donna nel post-patriarcato, la sfida per invertire il processo di distruzione del pianeta e la demenza bellica.
Nel terzo millennio, le donne dovranno realizzare cambiamenti molto più profondi di quelli successi in altre epoche. Perché la donna? Che tipo di cambiamenti?
Nel nostro tempo, la donna sta recuperando la sua identità profonda e sta avendo successo in questo proposito. Sul piano inconscio, individuale e archetipico, lei sta re-incontrando la sua immagine mitica, rappresentata dal più femminile dei miti: Demetra e sua figlia Persefone.
La sacralità della vita è stata legata, frequentemente, alle religioni matricentriche. Ricerche archeologiche attuali confermano che da più di 25.000 anni sono esistite civiltà matrilineari in Europa, che si fondavano nel vincolo esistente fra la fecondità e il sacro.
La donna arcaica è colei che dà la vita e il nutrimento. Però non è solo la matrice della vita, se non nel mito, è la dea della natura e della spiritualità. La dea degli animali, delle piante, delle acque e della terra. Secondo la Dottoressa in fisica “Rose Marie Muraro”, la donna possiede il potere biologico; la sua missione è conservare e proteggere la vita, ma questa missione le fu strappata.
Nei gruppi matricentrici dell’antichità, l’associazione fra uomini e donne non includeva la trasmissione del potere. C’era maggiore libertà sessuale per le donne, e non si producevano guerre.
La famosa antropologa Riane Eisler ha riconosciuto l’avvento di un modello di convivenza, in sostituzione dei modelli maschilisti – femministi. Questa nuova forma di relazione sarà, secondo lei, la formula per scongiurare il collasso dell’anima e l’estinzione della specie.
La sfida che dovrà affrontare la donna, nel futuro, consisterà nell’indurre una trasformazione radicale della mentalità a favore delle relazioni umane.
Gli attuali intenti per ottenere la pace sono stati insufficienti. Né i congressi per la pace, né l’intervento internazionale per conciliare i popoli in conflitto, né l’influenza delle religioni, hanno ottenuto di eliminare la violenza del nostro pianeta.
Mutazione psicologica
Siamo coscienti, per la prima volta nella storia, che viviamo in una civilizzazione malata. Se persistiamo nella guerra, pensando che l’essere umano è per natura violento ed assassino non c’è speranza per l’umanità. Se continuiamo con la folle distruzione ecologica, se rimaniamo nella ingiustizia e nella discriminazione che riduce i popoli alla fame e al marasma, non abbiamo nessuna possibilità di sopravvivere.
Studi della NASA hanno rilevato che rovesciamo annualmente ottocentomila milioni di monossido di carbonio negli strati superiori dell’atmosfera. Questo è solo un esempio della nostra incoscienza.
Nel ventesimo secolo sono successe due grandi guerre mondiali che hanno incluso l’olocausto e la distruzione di città indifese, con tutti i suoi abitanti, mediante bombe atomiche; inoltre il mondo conobbe più di 180 guerre locali con migliaia di morti. Tutte queste azioni sono state giustificate dal relativismo etico. Con ragionamenti intelligenti, il relativismo etico giustifica l’infamia ed il genocidio. Tutti i giorni vediamo che il sangue e la sofferenza degli altri non hanno valore quando in mezzo ci sono l’ideologia e l’odio.
È necessario che gli esseri umani imparino a vedere nell’altro un simile e non un oppressore.
Il cambiamento necessario avverrà attraverso una mutazione psicologica di ordine mondiale (e affinché possiamo sopravvivere dovranno passare due o tre generazioni. Questa è l’opinione di sociologi e antropologi).
Poteri Arcaici
Logicamente, il cambio non può essere ideologico o deontologico. Quello che deve cambiare è la struttura affettiva del genere umano. Questo significa niente di meno che cambiare il fatalismo storico.
Recentemente, una nuova rivoluzione silenziosa sta invadendo il mondo maschile. La donna si è trasformata in una forza evolutiva. Questo cambio, generato dall’avvento della tecnologia avanzata, sta producendo una modificazione psichica nell’umanità, nella quale si reinterpretano i poteri arcaici della donna e appare lentamente l’espansione spirituale, la coscienza etica e la sacralità della vita.
Le società attuali sono complessi sistemi adattativi, i cui cambiamenti sono straordinariamente veloci. Per questa ragione, dobbiamo entrare in uno stato di massima allerta e partecipare, con azioni concrete, nell’atto supremo per la sopravvivenza della specie.
Ognuno di noi deve essere la coscienza viva della nostra epoca. Dobbiamo recuperare la sacralità della vita che ci fu tra i popoli visionari, tra gli sciamani, i pensatori e gli artisti che cercarono il paradiso in terra, come Spinoza, Aldous Huxley, Henri Rousseau, Albert Schweitzer, Albert Hofmann, Pablo Neruda e tanti altri. Tra gli educatori, Roura Parella, con La educazione per la pienezza umana.